Miti e leggende


okokokok-01Quello che circonda Il Fòllaro è un luogo magico, ormai lo avrete capito. Ma è proprio così, una volta arrivati su quella collina, vi accorgerete di quanto questa terra possa essere in grado di stupirti. Sospeso a mezz’aria, fatto di miti e leggende, fra uliveti che parlano e raccontano storie antiche, immerso in luoghi che catturano, ti prendono per mano e ti conducono in un tempo lontano, abitato da popoli millenari, portatori di una cultura affascinante che si perde nella notte dei tempi. E così, accompagnati da una splendida guida, Antonio, riuscirete a riassaporare il gusto del mito, delle tradizioni e dei riti ancestrali. Una volta giunti in collina, un consiglio è d’obbligo: mettete in pausa i vostri pensieri, lasciatevi alle spalle ansie e il tram tram quotidiano e lasciatevi andare. Mettete play alla giusta colonna sonora e perdetevi nel mito…

Sedetevi lungo il muretto di quella che una volta era forse l’aia, una sorta di anfiteatro, posizionatevi nel centro, provate a parlare. La vostra voce si sentirà più amplificata, e il microfono invisibile rimane ancora un mistero. Non ci si è ancora riusciti a spiegare il motivo di questo strano fenomeno, ma nelle notti d’estate quell’arena diventa un teatro a cielo aperto e i clienti si divertono nell’improvvisazione.

Dalla collina vedrete tutto il paese, potrete ascoltare i racconti e perdervi nella suggestione di quei luoghi, legati soprattutto al santo indiscusso del Monte: San Giovanni Battista.

Da quella collina che evoca miti e leggende legate a ninfe e streghe nasce il culto del Santo e “nella notte tra il 23 e il 24 giugno il sacro e profano convivono e accanto alla tradizione cristiana continuanao”.  a persistere riti pagani e di origine precristiana. Una notte attesa e ricca di misteri, di vaticini e di incantesimi. In Giuggianello si credeva che in questa notte si verificassero benefici fenomeni magici: così la rugiada assumeva poteri speciali e diventava in grado di accrescere notevolmente le proprietà curative delle erbe. Si usava addirittura rotolarsi nei prati bagnati di rugiada per rigenerare il corpo, mentre le ragazze in cerca di marito, di essa si bagnavano il sesso perché alla rugiada era attribuito il potere di portare fortuna in amore. La notte di San Giovanni, infatti, era considerata particolare propizia a pronosticare fidanzamenti e matrimoni. Numerosi erano i modi per indovinare se la ragazza si sarebbe sposata entro l’anno e quale mestiere avrebbe avuto lo sposo. Una tra tutte narra che se in una bacinella colma d’acqua si immergeva l’albume di un uovo di gallina, si potessero cogliere i segni del destino: se l’albume avesse assunto la forma di una barca o di un cavallo si sarebbero prospettati viaggi, la forma di un altare un matrimonio, la forma di una bara un lutto in famiglia (*).

Questi e molti altri che vi racconteremo erano i riti e le magie legate a quella notte. Se vorrete scoprirli tutti d’un fiato basterà chiedere ad Antonio che, tra un piatto e l’altro, vi regalerà racconti e viaggi fantastici, tra ninfe, fanciulli e Santi. E là dove oggi il suo ristorante fa capolino, nelle notti d’estate, tra uliveti e pietre bizantine, tra leggenda e storia antica, serve cibo condito di poesia e magia.

(*) Le notizie storiche sono tratte dal volume La grotta di San Giovanni (tra storia, spiritualità e culto) curato e scritto da Vincenzo Ruggeri

 Foto di Alessandro Giuseppe Paiano